Salento da mare …

Da libero del 13 Agosto 2010 – autore: Carlo Cambi Salento da mare … Da Manduria fino a Santa Maria…

Salento da mare …


Da libero del 13 Agosto 2010 – autore: Carlo Cambi
Salento da mare … Da Manduria fino a Santa Maria di Leuca:

un viaggio tra gli ulivi alla ricerca del Primitivo per scoprire il fascino di una terra esoterica… La radio martella con l’ultimo bollettino di guerra dalle Borse. Ascoltandolo ci si sente reclusi nella fortezza Bastiani. Aspettando un nemico invisibile. Ma non sto traversando un “deserto dei Tartari”. Ho lasciato da qualche chilometro la litoranea che da Gallipoli porta a nord, a Porto Cesareo seguendo il profilo di quel mare smeraldino che è l’epico Jonio. La costa s’increspa in scogliere di Cornovaglia poi precipita nelle sabbie dorate e guardando l’orizzonte t’aspetti di vedere vele d’illiria che portano i fieri Messapi a fertilizzare questa terra di ruggine. I greci vennero dall’Adriatico, e avevano per nostromo Ulisse invelato dal mito, ma quando mi sono affacciato da quel bello assoluto che è Otranto che si orna in questi mesi della metafisica di Salvador Dalì, in una mostra imperdibile, quel mare che a questo estremo sud e ultimo oriente ha barbagli di zaffiro m’è sembrato domestico. Lo Jonio no – eppure è un oceano lago – freme di mistero. Sto traversando un contado macchiaiolo, le forme degli ulivi secolari pennellate arruffate sullo sfondo carminio delle zolle e le latomie di tufo e i muri a secco sono schizzi di materia sulla tela del Creato. Traguardo Manduria ed ecco un altro mare: sono le vigne di Primitivo. Ad alberello, a cordone speronato, a guyot, a tendone. Sono chilometri di grappoli viola. M’aspetta Pietro Ribezzo di Pirro Varone per farmi degustare il più straordinario, dei già notevoli in generale, Primitivo di Manduria. È questo vignaiolo un unicum come lo sono i suoi vini (il Vigne Rare rosso da recuperata Grisola, il Vigne Rare Bianco da Fiano Minutolo e l’Artù un Negramaro spumantizzato di bevibilità incantevole) è tornato a far casa nel ghetto ebraico di Manduria da dove la sua famiglia, divenuta marrana, partì. Il suo Primitivo (ma anche quello della cooperativa di Sammarzano e di Castello Mmonaci) ha reso lievi i miei pensieri. E lui mi racconta: “Il Salento quest’anno ha fatto il +60% di turisti, Otranto addirittura +70”. Poi m’incammino per i vicoli del ghetto lieve ai sensi di quel “Pirro Varone” liquido al gusto, materico all’anima con ciliegia e prugna, tannino gentile ed espressione mediterranea e m’affaccio – dopo aver rimirato architetture che paiono sospese nei secoli con quella pietra ubiqua di tufo e di fatiche – alla gratadella minima fu Sinagoga. È un pugno nello stomaco: quello è il tempio delle origini e sento qui l’universale. Ci attanaglia la globalizzazione, ma non ha nulla di universale. Vorrei che la taranta pervadesse i signori dell’economia: avremmo un mondo migliore. Qui c’è un delirio antico che è fatto di esplosione di sapori, di profumi, di colori e di memorie. Questo è l’universale e questo mi spiega, pur nelle cento contraddizioni, il magnete Salento. …….

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